La prima tappa della mostra itinerante prenderà avvio l’8 febbraio al Jinsha Archaeology Museum di Chengdu, dove l’esposizione resterà aperta fino al 3 maggio. Proseguirà poi al Qinshihuang Mausoleum Museum (1 giugno – 24 agosto), al Tianjin Museum (21 settembre – 14 dicembre), al Wuhan Museum (8 gennaio – 2 aprile 2019), per poi concludersi in un quinto museo cinese in corso di definizione.
Sono centoventi i reperti selezionati dal Mann, il Museo Archeologico di Napoli, che viaggeranno verso la Cina, per essere protagonisti della mostra Pompeii, the Infinite Life. Reperti di terracotta, bronzo e oro, statue, nonché affreschi e arredi provenienti dall’area vesuviana e risalenti all’età romana saranno infatti esposti in cinque prestigiose sedi museali cinesi.
L’allestimento delle mostre è a cura degli architetti italiani Gaetano Di Gesu e Susanna Ferrini di N! Studio Asia, mentre la cura scientifica è affidata a Pietro Giovanni Guzzo e la consulenza museografica a Gianni Bulian, in collaborazione con la Direzione Generale dei Musei del MiBACT.
L’allestimento è stato studiato in modo tale che i reperti di Pompei interagiscano con le meraviglie dei siti archeologici cinesi. Così, a Jinsha si incontrano i misteri della dinastia Shang e Zhou (fino al XVII secolo a.C.), a Xi’an l’esercito di terracotta porta Pompei nel terzo secolo a.C., e al museo di Panloncheng la cultura di Erligang (1600-1450 a.C.) si confronta con il mito di Dioniso.
Nell’anno del turismo Europa-Cina, Pompeii, the infinite life è un progetto fortemente voluto dalla più grande piattaforma di servizi culturali per i musei cinesi.